Rifiuto al cambiamento: lo strano caso della Sirenetta

La Disney ha lanciato nelle sale il live action: La Sirenetta, remake del film d’animazione del 1989. All’uscita del trailer sul web si sono susseguite una serie di polemiche insistenti.

In sostanza il cartone animato del 1989 è ritornato nelle sale cinematografiche dopo 34 anni e la protagonista, Ariel è stata de-etnicizzata.

Ma cosa è successo?

E entrato in gioco il revisionismo storico: una pratica legittima nel promuovere l’approfondimento delle conoscenze e metterle in discussione. Se però l’intento non è quello di offrire nuove prospettive, è facile cadere nella manipolazione intenzionale per promuovere un’idea politica o un’ideologia. Se ti interessa l’argomento, ne parlo in questo articolo.

Confronto tra Ariel, la sirenetta del cartone animato del 1989 e l'attrice che la interpreta nel live action 2023

Tornando alla Sirenetta: si è venuta a creare una dissonanza cognitiva, un senso di disagio e tensione mentale tra il sistema di credenze/valori di una persona e la realtà circostante. Questa circostanza ci rende inquieti e alla ricerca di rassicurazione e benessere psicologico.

La dissonanza cognitiva è stata studiata per comprendere come le persone gestiscono i conflitti cognitivi. Ha implicazioni in molti ambiti della vita: ad esempio la formazione delle opinioni, il comportamento di consumo, le decisioni etiche e la persuasione.

Perchè storcono il naso?

La favola della Sirenetta, a livello di narrazione è la stessa di 34 anni fa: Ariel cede la sua voce in cambio della vita fra gli umani, conosce la delusione, gli ostacoli e infine vede il coronamento del suo sogno. Ma allora perché il solo trailer ha ricevuto quasi 1 milione e 142mila non mi piace su oltre 9 milioni di visualizzazioni mentre ha ricevuto solo 211mila mi piace? (fonte: Il sito giapponese YouTube Dislike Viewier)

Una faccia dubbiosa cerca di capire perchè le persone si sono scagliate contro la nuova versione del live action

Riporto testualmente alcuni commenti che ho letto sui social:

  • L’attrice protagonista è una ragazza afroamericana, come mai si è deciso di non optare per una ragazza di carnagione chiara, rispettando la tradizione?”
  • L’attrice è bellissima ma preferiremmo che facessero dei live action/cartoni nuovi incentrati su personaggi di colore, La Sirenetta non è nera, ma bianca con gli occhi azzurri e i capelli rosso fiamma, i canoni dei personaggi vanno rispettati”.
  • Il granchio Sebastian non si può guardare, Eric sembra uno stalliere, i testi delle canzoni sono stati modificati affinchè il bacio sia consensuale e almeno nel cartone lo fa per amore, qui invece per non morire
  • Nel live action è stata tagliata una delle canzoni più famose dal film originale, inaccettabile!” (Si tratta di “Les Poissons”, incentrata su Sebastian e il cuoco ndr)
Il pesce Flounders, migliore amico di Ariel nel cartone originale e nel live action
Il granchio sebastian, altro amico di Ariel, nel live action e nel cartone originale.

Potrei andare avanti con la lista ma è chiaro quello che voglio evidenziare: un attaccamento alla conservazione dei ricordi, intesi come rappresentazione di un mondo perduto che mai tornerà. A questo punto la domanda sorge spontanea: perché non accettiamo il cambiamento?

Opposizione al cambiamento

Siamo inclini al bisogno di stabilità e sicurezza, inoltre la resistenza al cambiamento, in ambito psicologico è parte integrante dell’istinto di sopravvivenza dell’essere umano. Siamo propensi a preferire ciò che conosciamo e che sappiamo essere sicuro, rispetto a qualcosa che non si conosce e che potrebbe rivelarsi svantaggioso o addirittura dannoso.

Giù le mani dal mio albero! 🌳

Io stessa ho sperimentato sulla mia pelle l’avversione al cambiamento. Quando lavoravo come Architetto e pranzavo in un self-service in pieno centro città, sedevo unicamente in un tavolo di forma rotonda che aveva al suo centro un albero. Era un modo per non avere altre persone sedute di fronte ed evitare lo sguardo imbarazzato di chi non conosci ma ti sbircia nel piatto. Nel tempo però, la mia testa ha iniziato a convincersi che quel tavolino mi spettasse di diritto. Immaginate il fastidio provato le volte in cui qualcuno era già li seduto a godersi il pranzo o l’ansia di fuggire dall’ufficio correndo per accaparrarmi quello che ormai era diventato “il mio posto”.

Persone che fanno yoga in cerchio

L’illuminazione 💡

Solo anni dopo, durante un corso di Yoga, ho avuto una rivelazione. L’insegnante stava al centro della sala e noi allievi disposti attorno con i tappetini a simulare tanti raggi. Le sequenze proposte erano sempre le stesse salvo piccole variazioni. Di volta in volta mi accorgevo di migliorare nelle varie posture e sentivo la necessità di perfezionare ogni dettaglio guardando bene come l’insegnante disponeva mani, piedi, pollici… Così ho iniziato a cambiare punto di vista. Non era più essenziale che il mio tappetino fosse il quarto da sinistra, era importante vedere le posizioni che ci venivano mostrate da tutte le angolazioni possibili. Certo non è stato facile, ma ne ho tratto beneficio. Ho iniziato da un piccolo passo e il cambiamento si è innescato.

César Piqueras sostiene che esistono quattro modi per affrontare i cambiamenti: 1) Opporre resistenza e lamentarsi; 2) Rassegnarsi; 3) Accettare e 4) Cambiare.  Li ho sperimentati tutti, non mi vergogno ad ammetterlo, e posso dirvi che solo l’ultimo è davvero efficace. L’accettazione, se intesa come un respiro interiore finalizzato all’apertura verso il futuro è una fase positiva preludio al cambiamento, ma ciò che davvero è essenziale è: cambiare!

Uomo con le braccia aperte con un panorama sullo sfondo che simboleggia l'abbracciare il cambiamento.

Se siete un po’ ingegneri di spirito, ho una buona notizia: recenti studi sostengono che “in situazioni di cambiamento è maggiormente possibile che i guadagni superino le perdite” ma in sostanza il vero progresso personale, si ottiene solo quando siamo disposti a cambiare ciò che non ci piace. Rileggi quest’ultima frase!

La soluzione

Il cambiamento avviene se interveniamo su ciò che è necessario. Certo, molti eventi sono determinati da fattori esterni. La mia laurea alla facoltà di Architettura, ad esempio, è stata posticipata da luglio a settembre a causa della malattia della mia relatrice a pochi giorni dalla discussione della tesi. Avevo già programmato il viaggio di laurea con gli amici nel mese di Agosto e indovinate un po’? Ci sono andata lo stesso.

In pratica ho:

  • fatto leva sugli eventi esterni e invece di subirne l’impatto.
  • reagito cercando il massimo vantaggio.
  • preso coscienza della situazione, messo il focus sull’obbiettivo (la laurea e il viaggio)
  • reagito accettando le nuove condizioni che avevo davanti.

Non esiste un modo univoco per affrontare i cambiamenti, e per ogni situazione c’è una strada diversa da seguire. Ciò che aiuta è considerare la situazione da una prospettiva più ampia.

Immagine originale del libro "La Sirenetta" del 1938
Immagine che rappresenta i cambiamenti economici del XX secolo.
Immagine ironica: è raffigurata Kylie Jenner e un post sostiene che fosse la Sirenetta che mertitavamo. Un utente commenta che c'è già abbastanza plastica nel mare (alludendo ai suoi ritocchi estetici).

La contraddizione

Un esempio? La versione originale della Sirenetta di H. C. Andersen risale al 1938. Avevo letto la storia su un libro di fiabe e indovinate un po’? Non ha nulla a che vedere con il cartone animato degli anni ’80.  Puoi leggere qui l’intera storia ma sappi che non ha un lieto fine 😉. Tra le due versioni sono passati molti anni ed eventi culturali e storici; ovviamente non esistevano i social ma sono certa che quasi nessuno abbia storto il naso davanti a una fiaba che era stata stravolta. Tra il 1938 e il 1980, il mondo ha attraversato importanti cambiamenti sociali, politici ed economici. In un periodo di intense trasformazioni, spesso c’è maggiore propensione al cambiamento. Le persone sono spinte a riconsiderare le vecchie idee, adattarsi a nuove circostanze e abbracciare nuovi modi di pensare.

Un po’ di chiarezza

Nel contesto attuale, invece ci troviamo in un’epoca di rapidi sviluppi tecnologici, cambiamenti climatici, globalizzazione e trasformazioni sociali. Alcune persone abbracciano e adattano facilmente nuove tecnologie, idee e modelli di comportamento (e sono quelle che non sentono l’esigenza di esprimere la loro opinione su qualunque argomento utilizzando in maniera impropria i social network) altre manifestano una maggiore resistenza al cambiamento. La digitalizzazione, l’automazione, l’intelligenza artificiale e altre innovazioni tecnologiche stanno trasformando profondamente molti aspetti della nostra vita. Questi cambiamenti possono generare incertezza, preoccupazione per la sicurezza del lavoro e la privacy, e richiedono un aggiornamento costante. Questo provoca la resistenza al cambiamento in alcune persone che trovano difficile adattarsi rapidamente alle nuove dinamiche (e il più delle volte ci rendono partecipi di questo loro deficit commentando ogni post che gli passa sotto il naso).

“Keep rocking and stay motivated! 👊😎”

Un uomo con dei devices elettronici che rappresenta la digitalizzazione.

“Chi ama la vita e vuole le cose belle, rischia. La ricerca della felicità sta nell’accettare il rischio di sbagliare”

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